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Da Honk Kong il grande rugby
Hong Kong, la tappa per elezione ed eccellenza del mondiale IRB di rugby a sette. Centomila spettatori per tre giorni, mesi di preparazione per la città-metropoli, una storia recente e simpatica che SI seguirà in diretta marted' alle 16:00.
19/09/2006

Hong Kong, la tappa per elezione ed eccellenza del mondiale IRB di rugby a sette. Centomila spettatori per tre giorni, mesi di preparazione per la città-metropoli, una storia recente e simpatica. Il rugby a sette è attestato esistere da fine ‘800, (una genesi dubbia quanto interessante con qualche risvolto buffo che non ci perderemo), ma il mondiale con gli ingaggi, le città invase dai fans e la febbre planetaria in mondovisione sono molto più recenti.

Il torneo di Hong-Kong - come sintetizzeremo nella “cartolina” ad inizio episodio - nasce in una serata classica da sud-est asiatico anglo-coloniale: il boss della Rugby Union locale (A.D.C. "Tokkie" Smith, un imprenditore sudafricano) e l'industriale del tabacco Ian Gow si sono trovati a scambiare giri di drink e di idee.

Il seguito della serata lo immaginate senza sforzi, i risultati organizzativi ve li proponiamo in esclusiva di Sport Italia, transitando dalle immagini storiche all'attualità sportiva di questo mondiale fulminante.

Dalle fangose partenze con zoppicanti squadre asiatiche, al gigantismo familiare e festoso delle edizioni che hanno ospitato o lanciato campioni del rugby a quindici come Gregan, Lomu e Cullen.

La tappa di Hong-Kong raccoglie frasi e affezioni simili a quelli della Formula Uno per Montecarlo: tifosi e giocatori la aspettano tutto l'anno, nell'oceano umano delle gradinate e in mondovisione. Gli altri tornei sono belli, quello dell'ex colonia “fa” storia e mondiale a parte, oltre – ovviamente- a contare per la sfida di testa tra l'Inghilterra di Amor e le Fiji di Serewi.

fonte: http://sportitalia.com/


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